Non si nasce una volta sola. Perchè ‘Casa Tufilla’ – Parte 2

C’era una volta, circa una decade fa, una crisi che ha incontrato il mio cammino e alla quale ho scelto di affidarmi. Una crisi che ho accettato, e con essa il cambiamento che ha portato. Un seme che, come vi ho già raccontato, è sbocciato in qualcosa a me molto caro, questo diario, il diario di Casa Tufilla.

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Rua delle Stelle (rrete li mierghie)

Quell’atto di fiducia che ho avuto verso me stessa mi ha portata in un gruppo di alpinisti e da lì in giro per le Marche e anche l’Italia, in cerca di roccia, orizzonti, ripidi sentieri e cieli verticali. E mi ha portata molto spesso in una città, Ascoli Piceno, che ho scoperto e apprezzato in poco tempo, e con essa le persone. Schiette e toste.

Al i là di una delle piazze più belle d’Italia, al di là del fascino della Rua delle Stelle, di quello spazio “rrete li mierghie” (dietro ai merli) che meriterebbe di veder sbocciare bistrot e botteghe di artisti, esplosioni di fiori sul fondo acciottolato che si sporge sul fiume, quello che tra tutti i luoghi mi ha toccato di più le corde della gioia è stata lei, una piccola porta, alta e stretta, poggiata su uno sperone di tufo, che sembra non sapere se imporsi o restare defilata, se assumere quel ruolo di varco verso una città preziosa o starsene lì a lasciare che l’attraversino, che la superino. Porta Tufilla.

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Porta Tufilla. Credits

Quasi un ossimoro, un contrasto stridente di due mondi, uno ufficiale, greve, via maestra di accesso –Porta– ed uno leggero, scanzonato, ironico, gioioso –Tufilla-.
Ecco, “Se fossi una porta…“, sarei Porta Tufilla.
Sempre in bilico tra la maestrina e la scema, pronta a cambiare veste quando serve e incapace di prendermi sul serio, di certo una delle poche virtù capaci di salvarmi in più occasioni, ogni volta che la mente vacillava e il cuore non teneva il passo.

Ho adottato quel nome, Tufilla, come fosse il racconto della mia storia, e quando la “mia” Cheescake e il “mio” Pollo al curry sono diventati famosi tra gli amici, e io ero troppo tempo fuori casa per averli a portata di mano, ho creato questo blog, che all’inizio recitava Casa Tufilla, c’era una volta un quadernino di ricette

Quaderno Casa Tufilla

Il quadernino di ricette di Casa Tufilla, omaggio di amiche consapevoli del mio amore per la cucina, secondo solo a Javier Bardem. 😀

La parentesi ascolana poi è finita, i 30 anni hanno portato altre crisi e altri cambiamenti, la montagna era troppo oltre i miei limiti, soprattutto quelli mentali, ma i ricordi più belli che ho sono legati a quelle rare volte in cui la testa mi è stata alleata, e ho potuto godere della meraviglia di quei luoghi, senza paura. Casa Tufilla è rimasta un quadernino di ricette ancora per qualche anno (simpaticamente trasformato in realtà dalle amiche, qualche Natale fa -ancora rido -), fino a quando l’esperienza della maternità mi ha portato di fronte a nuove nascite, la mia e quella di Enea.
Ma che non si nasce una volta sola l’ho già detto, e anche perché il quadernino di ricette si è trasformato in un fluire nel cambiamento. L’ho raccontato nel primo post di questa nuova versione di Casa Tufilla, quello sul perché “Il primo passo è sempre il più difficile“.

2 pensieri su “Non si nasce una volta sola. Perchè ‘Casa Tufilla’ – Parte 2

dimmi...